Una taverna veneziana di fine cinquecento. Servi affaccendati sullo sfondo, una piattaia raccoglie e riflette le luci che invece si tacciono al centro della scena.
Accanto al camino, la mensa disposta in diagonale allunga la profondità della stanza che è illuminata in modo drammatico, con fasci di luci reali e divine si riverberano sui personaggi principali, accrescendo il senso teatrale del mistero.
Cristo, con aureola fiammeggiante, posizionato all'estremità sinistra della tavola, sta celebrando l' istituzione dell'Eucarestia, somministrando l'ostia a San Pietro.
San Giovanni quasi scompare, accasciato sulla tavola, schiacciato dal peso di conoscere il destino di Cristo. Giuda, seduto a destra del Messia, ha già compiuto il suo tradimento e la borsa con i denari pende dalla sua cintura.
Gli apostoli sono animati da moti dell'animo convulsi, ancora increduli e turbati dalla rivelazione del tradimento.
Sul primo piano, su tre gradini in luce, trovano posto due mendicanti che hanno ricevuto il pane e il vino, esempio di carità e dell'eucarestia e del ruolo salvifico della Chiesa.
Jacopo Robusti detto Tintoretto, Ultima cena, 1579-1581, Scuola Grande di San Rocco, Venezia
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