La tragica e attuale bellezza di Guido Reni

 


Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, 
s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù. (Matteo, 2, 16)

Prostrate a terra, le madri piangono straziate sui corpi dei figli uccisi e le più fortunate si affannano a proteggere quelli ancora vivi.
Gli edifici all'antica sullo sfondo delimitano la scena, come a teatro, e lasciano un varco al centro. Qui vittime e carnefici scappano con diagonali opposte, sovrapponendosi nei percorsi: a destra la madre a destra con il figlio in braccio, il carnefice a torso nudo si muove vero sinistra e trattiene per i capelli la donna che fugge.
Un assassino si china sui bambini del gruppo centrale, con un pugnale minaccioso, che è il centro focale della composizione. 
Nei ritagli di cielo nuvoloso, compaiono due angioletti che portano le palme del martirio. L'azione drammatica, è descritta con un senso di attesa e di sospensione, compreso tra i corpi lividi degli infanti in primo piano e "l'urlo nero della madre" che cerca la salvezza. L'opera di Guido Reni è un esempio di maestria e misura, di una bellezza classica e un disegno raffaellesco che rendono algido l'episodio tragico.
Anche questa "strage degli innocenti" diventa un'icona e rinnova il suo grido accusatorio contro gli orrori della guerra e i crimini perpetrati contro l'infanzia.

L'equilibrio sapiente espresso nella pittura del divino Guido, ha "aperto uno spiraglio su un mondo di purezza e bellezza senza il quale saremmo assai più poveri" (E. Gombrich).

Guido Reni (Bologna, 4 novembre 1575 – 18 agosto 1642), Strage degli innocenti (1611), Pinacoteca Nazionale di Bologna.

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