Le spose dei marinai di Massimo Campigli

 


Sulla spiaggia aspra e chiara si scalano le spose dei marinai,  erte come statue di matrone intagliate in antichi marmi policromi. Alcune si abbracciano, con le spalle avvolte negli scialli, altre sono sdraiate in tralice. Tutte scrutano con apprensione la linea azzurra dell'orizzonte. Un'attesa che si celebra da millenni sulle coste dei mari del mondo. 

Nel periodo del "ritorno all'ordine", Campigli sceglie uno stile arcaicizzante, che risente delle opere di Picasso viste a Parigi e della fascinazione per l'arte etrusca conosciuta con la visita al Museo di Villa Giulia di Roma.

I volumi sintetici, compatti e rigorosi intagliano panneggi secondo linee geometriche austere. La tavolozza cromatica, povera, opaca e dalla stesura gessosa rievoca l'effetto di un affresco antico e polveroso.

Massimo Campigli, pseudonimo di Max Ihlenfeldt (Berlino, 4 luglio 1895 – Saint-Tropez, 31 maggio 1971), Le spose dei marinai, 1934, Roma, Galleria d’Arte Moderna.

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