Giulietta la piccola russa di Mario Cavaglieri

 


Nello studio del pittore, Giulietta, l'amata modella, è appena giunta. Ha ancora sulle spalle la stola di pelliccia, il cappello rosso come il cappotto dagli ampi revers. La lunga gonna a righe bianche e nere riverbera le macchie del cane acciambellato a un passo dalla sedia. Tutta la stanza è una sontuosa natura morta che delinea l'universo estetico del pittore. L'importante tappeto esotico, sull'onda di un orientalismo mai tramontato, cattura lo sguardo. Boccette multiformi sembrano strani pezzi di una partita a scacchi dimenticata. Piccoli quadri sono appoggiati alla parete, in attesa di nuove destinazioni. A sinistra spuntano tre rose, a destra le bottiglie scure e i due bicchieri sul mobile ritmano tra colori e trasparenze un imminente brindisi.

Questo quadro ha... "un non so che di placidamente enigmatico, che provoca, afferra, conquista” (Pilo 1914). Cavaglieri propone un'opera in stile secessionista con un inedito brio cromatico.    

Mario Cavaglieri (Rovigo, 10 luglio 1887 – Pavie, 23 settembre 1969), Piccola russa, 1913.

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