Henrietta ci guarda con un'espressione di fugace sorpresa. Era una cara amica del pittore. In questo ritratto monumentale dal punto di vista ribassato, l'artista russo Serov non rinuncia alla freschezza dell'istantanea fotografica. Il gesto di accomodare la stola bianca sul vestito nero non fa che evidenziare la mano ingioiellata della modella.
Il boudoir, con mobili in betulla, è allestito come un palcoscenico: flaconi e boccette di profumo in disordine, abiti gettati con noncuranza ovunque, il cappello piumato a sinistra sopra l'armadio.
Lo specchio della toeletta amplia lo spazio e riflette il cavalletto dell'artista. Un chiaro rimando alla tradizione fiamminga del “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Jan van Eyck, al Seicento spagnolo con le “Las Meninas” di Velazquez e al più moderno "ll bar delle Folies-Bergère" di Manet.
La scelta monacale, tra bianco e nero, accentua l'eleganza sobria della Belle Époque.
Valentin Aleksandrovič Serov (San Pietroburgo, 19 gennaio 1865 – Mosca, 5 dicembre 1911), Ritratto di Henrietta Leopol’dovaja Girshman, tempera, 1907, Galleria Tret’jakov, Mosca
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