Ma l'occhio di Seurat astrae l'essenziale, racconta la modernità trasformandola in un corteo in “stile egizio", in cui tutti assumono un’imponente rigidità; una parata profana e solenne che rimanda alle processioni Panatenaiche.
Seurat per far ciò raggela la naturalezza, rende i volti impassibili ma abbonda in dettagli decorativi, come cappellini, fiori e parasoli. Zittisce tutti, placa le chiacchiere dei piccoli gruppi, e imbriglia la gestualità per renderla priva di comunicazione.
Siamo a Parigi, ma passeggiamo tra ieratiche statue di borghesi impassibili come antichi sacerdoti egizi.
Georges-Pierre Seurat (Parigi, 2 dicembre 1859 – Gravelines, 29 marzo 1891), Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte (1883-1885), The Art Institute, Chicago
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