Un drappo aranciato spiegazzato ingombra la tavola. Non c'è stato il tempo per ultimare l'apparecchiatura. La candela è consumata sulla bugia, la sabbia nella clessidra è scesa. Tutto dialoga con il destino e contratta con il tempo.
Libri grandi e medi ammonticchiati, a sottintendere che la conoscenza forse ci può salvare. Ma su queste piramide di carta spessa, pergamena e cuoio, di testi immortali impressi, letti, amati e con segnalibri, torreggia macabro nella sua nudità un teschio. L'emblema di morte si riflette nello specchio, quasi a volersi interrogare sulle sventure del suo padrone.
Gli oggetti di questa bella natura morta dovevano indurre lo spettatore alla meditazione sul tempo trascorso invano e sulla transitorietà della vita su questa terra.
Autrice dell'opera è la pittrice francese Madeleine Boullogne, una figlia d'arte, che fu tra le poche artiste a suo tempo ammesse dell'Académie royale de peinture et de sculpture.
Madeleine Boullogne (Parigi, 24 luglio 1646 – 30 gennaio 1710), Vanitas, Museo delle Belle Arti di Mulhouse
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