Natura morta con specchio sferico



Le nature morte hanno sempre un valore allegorico: ricordano la caducità della vita e la vanità dei piaceri. La brevità dell'esistenza è simboleggiata dalla candela spenta sul sontuoso candelabro. Nella composizione si vedono un fiore reciso, un orologio da tasca e un libro aperto, una tazza in ambra e una coppa con nautilus. La medaglia in primo piano reca l'effigie del re Carlo II d'Inghilterra, sovrano dal quale il pittore, appena trasferito a Londra, spera di ottenere molte nuove commissioni. Una raffinatezza è lo specchio sferico sospeso al soffitto, eseguito in maniera superba,  che sembra riflettere l'artista al suo cavalletto. E' un riferimento colto allo specchio convesso dipinto nel Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck.

Van Roestraten inizia l'apprendistato presso il grande ritrattista Franz Hals. Rimane a lavorare per anni nella bottega e sposa la figlia del Maestro ad Amsterdam. La coppia si trasferisce a Londra, dove l'artista si specializza in nature morte cerimoniali in stile Kalf: mette in scena opulenti assemblaggi di fiori, argenteria, lacche, porcellane, ceramiche e altro ancora - che incontrano il gusto dei collezionisti aristocratici del tempo. 

Pieter van Roestraten (Haarlem, 21 aprile 1630 – Londra, 29 aprile/14 luglio 1700), Natura morta con candelabro, 1665-80,  Museo di Belle Arti di Montreal


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