Vanitas post contemporanea

Un'interpretazione contemporanea del genere della natura morta, in tono volutamente iperbolico, che riprende il tema della Vanitas, per ricordarci la fragilità dell'esistenza umana e l'effimera  transitorietà dei piaceri.

Secoli e secoli di tradizione artistica hanno tramandato il tema delle stagioni come allegoria delle fasi della vita umana. La fine dell'estate è il momento magico che riempie il cuore di calda malinconia e di succulenti frutti nell'attesa del gelo dell'inverno. E' un momento che metaforicamente conduce alla transizione tra gioventù e vecchiaia. 

Oltre alla fascinazione della caleidoscopica scelta cromatica, cogliamo i rigogliosi fiori e i turgidi grappoli d'uva a destra e gli steli afflosciati e prostrati a sinistra. Nel vuoto intenso dello sfondo scendono sospesi a fili di ferro frutti avvizziti. Sul tavolo un'accozzaglia di rifiuti: banconote stracciate, un bicchiere rovesciato, funghi, uova, una lattina accartocciata e, proprio in primo piano, il volto di un anonimo manichino. Se l'uomo è ciò che mangia, questa scena di resti di un faraonico banchetto offre una desolante immagine del genere umano.

David LaChapelle rielabora le tematiche della Pop Art e crea immagini dal forte impatti visivo. Miscela il tono glamour delle riviste patinate con un cromatismo esagerato e lo reinventa in un virtuosismo compositivo barocco. Le sue fotografie ritraggono tableau vivant che con colori sgargianti e linguaggio iconico della pubblicità citano i grandi maestri della storia dell'arte. 

David LaChapelle (Fairfield, 11 marzo 1963), Late Summer, 2008-11, fotografia.


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