Giuditta, la vedova guerriera

La gente di Betulia aveva perso la fede nel Signore a causa del lungo assedio da parte degli Assiri. Ma non io. Ho perso tutto, il marito e la mia posizione, tutto, tranne la mia bellezza e la mia fede. Mi sono agghindata come una regina e sono riuscita, con un'ancella, a entrare furtivamente nell'accampamento nemico. Catturata, sono stata condotta alla presenza del generale, il gigante Oloferne. Con la forza della disperazione l'ho ingannato dicendogli che Dio in una visione mi aveva predetto la sua gloriosa vittoria. Lusingato il generale ha ordinato di imbandire un sontuoso banchetto per festeggiare la fine delle ostilità. Il suo sguardo cupido su di me era già un presagio del mio destino. Abbiamo brindato e festeggiato fino all'alba. Oloferne ormai ebbro si è addormentato nel silenzio delle stanze vuote. Ma non io. Ho pregato Dio di concedermi di ultimare l'impresa. Risoluta a compiere la volontà del Signore, gli ho sottratto il suo stesso spadone, ed ora, con la forza della Fede taglierò la testa a Oloferne e finalmente renderò libero il mio popolo. E il mondo ricorderà per sempre le gesta di Giuditta, la vedova guerriera.

Jules-Joseph Lefebvre, (Tournan, 14 marzo 1836 – Paris, 24 febbraio 1912), Giuditta, 1892, Sotheby's 


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